sabato, dicembre 05, 2009


Ogni sabato succede la stessa cosa.
La mattina mi sveglio di buon umore, pensando che finalmente è arrivato il fine settimana, come se gli altri giorni fossero differenti da questo, ma poi nel pomeriggio mi deprimo un po’ e mi rifugio nei miei ricordi.
Penso ai pomeriggi di qualche anno fa passati al telefono per decidere cosa fare, dove andare la sera.
E tu che ti metti? Ma lo dobbiamo dire pure a quella? E chi ti viene a prendere? Passo io o passi tu?
Alla fine, dopo le numerose telefonate e i migliaia di incroci di sms, non si prendeva mai una decisione. Ci si vedeva ogni sabato allo stesso posto e alla stessa ora; poi una volta lì, si sarebbe deciso dove andare a mangiare, dopo esserci prima intrattenuti una buona mezzora in mezzo alla strada. Avremmo perso un’altra ora tra strada e ricerca del posteggio.
Arrivati al locale non avremmo trovato posto e il cameriere ci avrebbe detto che avremmo dovuto aspettare almeno 20 minuti. Dopo circa un’ora ci saremmo seduti al tavolo. Ogni sabato la stessa cosa, solo il ristorante e i vestiti cambiavano, ma gli amici e le chiacchiere erano sempre quelle.
Per anni.
Ed era bello, era una certezza.
Poi tutto è cambiato, gli amici si sono dissolti, ma il ricordo di quei sabati no. Quelli che allora erano amici non mi mancano.
Però mi manca poter fare “discorsi da caffè”; mi mancano tutte le telefonate e gli sms. Non chiedo più cosa indosserai.

So che rimarrò in tuta, a casa. Non si esce, no.
Buon sabato sera a tutti quelli che mi hanno fatto passare dei sabati in compagnia.

Chissà se ogni tanto vi ricordate di me.

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mercoledì, aprile 01, 2009




L’Afghanistan sembra risolvere il problema della violenza sulle donne legalizzando lo stupro da parte del marito sulla propria moglie, annientando qualsiasi diritto umano della donna in quanto persona, negandole anche la difesa o il rifiuto a far sesso.
Secondo la stessa legge, firmata dal presidente Karzai ma non ancora in atto, le donne afghane non potranno più andare dal dottore, lavorare o uscire senza il consenso del marito, nè tantomeno crescere ed educare i propri figli, che passano sotto la tutela degli uomini della famiglia, quali il padre ed il nonno. Ciò sarebbe emerso dal meeting avvenuto ieri tra il presidente afghano Karzai e Hillary Clinton.
Dalla conferenza sui cambiamenti climatici in corso a Bonn, che vede riuniti capi e rappresentanti di stato, sebbene molti siano consapevoli della libertà di un paese di scrivere le proprie leggi, aspettano una dichiarazione o un commento di Karzai rispetto alla questione, mentre nelle loro case, forse, le donne afghane rimpiangono i Talebani.




Le donne afgane sono nascoste sotto un velo lungo fino ai piedi – il burqa – e rinchiuse in case dalle finestre oscurate da vernice nera perché non possano essere viste: è fatto loro divieto assoluto di lavorare, di ricevere istruzione, di praticare sport o di assistere a feste e spettacoli, di mostrarsi in pubblico se non accompagnate da un parente stretto. A nessuna afgana è permesso di usare veli di colori sgargianti o di indossare scarpe con tacco (sia perché verrebbero notate sia perché produrrebbero suoni camminando); una donna afgana non può ridere, può parlare solo sussurrando; non può laccarsi le unghie, entrare in un bagno pubblico, lavare i propri indumenti al fiume o farsi confezionare un vestito, perché un sarto non può cucire stoffe per donne. Nel corso del XX secolo, dagli anni Sessanta in poi, alcune pratiche religiose di “purificazione”, che prevedono oscene mutilazioni o innaturali suture agli organi genitali femminili, vengono eseguite su tutte le bambine prima della loro adolescenza. Queste usanze, che possono sembrare simili a riti tribali, causano altissime percentuali di mortalità infantile per gravi infezioni post-operatorie. Queste infezioni sono difficilmente curabili, vista la mancanza di medici, di ospedali (a Kabul, su 60 ospedali prima dell’avvento dei Talebani al potere, si contano oggi solo due ospedali aperti alle donne) e di antibiotici.
Lo stato di grave violazione dei diritti umani delle donne si è acuito dal 1996, anno in cui i Talebani - studenti delle scuole coraniche pakistane sorretti e armati, oltre che dal Pakistan, dall’Arabia Saudita e dagli Stati Uniti - hanno preso definitivamente il potere in Afghanistan. La loro interpretazione della legge del Corano, la Shar’ia, prevede la pubblica lapidazione fino alla morte delle donne che non si attengono ai rigidissimi precetti di separazione dal resto della società civile. Di solito la lapidazione è praticata in luoghi pubblici, preferibilmente negli stadi affollati da uomini e soldati, per essere di monito a tutti.






Fonti


La Repubblica.it


Focus


Foto ricavate dal web

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mercoledì, marzo 18, 2009

lunedì, marzo 16, 2009

Vola la musica e si congiunge con i sentimenti
colora genti, menti
e porta compagnia all'anima.
Musica di dolori e passioni
o di semplici emozioni,
ma sempre note che incantano e fan sognare.
Amo la musica e continuo a volare.

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mercoledì, ottobre 25, 2006

Mani che curano l'anima...la coccolano...l'accarezzano
L'amico l'aveva letteramente rapita da quella casa troppo buia,troppo grande, troppo silenziosa: era una donna che si rifiutava a vivere,prigioniera di una strana inquietudine e pensieri nascosti.
Così lo aveva seguito senza troppa voglia.

Lei guardava le sue scarpe e se ne stava immobile sulla poltrona, senza ascoltare la musica.
Chiuse gli occhi come lui le aveva ordinato di fare.Si sfilò le scarpe e respirò profondamente.
Passò di certo un po' di tempo e lentamente, accanto a sé, percepì qualcosa muoversi tra le note di "Swept from the sea" che si diffondevano nella stanza:aprì gli occhi e poggiò lo sguardo sulla mano di lui.
D'improvviso ci fu un frastuono dentro di lei; la musica sembrava pulsarle dentro al petto, sentì l'irresistibile voglia di unirsi a quella mano , di accompagnarla nel movimento.
Rimasero così a danzare tutta la notte sotto una pioggia di strane sensazioni, mentre i ritmi del cuore battevano il tempo dei loro intrecci di dita, perfetti danzatori di una magica notte.
...mani...mani...mani
Mani intrecciate che sciolgono grovigli di pensieri...

Mani che tornano a parlare...

Mani...mani...e ancora mani...

Incontro di due mani

in cerca di stelle,nella notte!
Con che pressione immensa

si sentono le purezze immortali!
Dolci, quelle due dimenticano

la loro ricerca senza sosta,

e incontrano, un istante,

nel loro circolo chiuso,

quel che cercavano da sole.
Rassegnazione d'amore,

tanto infinita come l'impossibile!


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martedì, ottobre 24, 2006


Gustave Klimt

( Beethoven Frieze : Praise to Joy, the God-descended / 1902)

Avete in mente l'Inno alla gioia"di Schiller, quello che poi Beethoven musicò nella Nona?
Ebbene, sono andata a curiosare per negozi e ho trovato il dipinto di Klimt (una copia naturalmente) che da tempo cercavo..l' ho appeso alla parete che sta proprio di fronte alla postazione dalla quale sto digitando mentre le note della Sinfonia n° 9 si diffondono nella stanza luminosa.
In fondo basta poco per essere felici!
"Inno alla Gioia"
O amici, non questi suoni! ma intoniamone altri più piacevoli, e più gioiosi.
Gioia, bella scintilla divina, figlia degli Elisei, noi entriamo ebbri e frementi, celeste, nel tuo tempio. La tua magia ricongiunge ciò che la moda ha rigidamente diviso, tutti gli uomini diventano fratelli, dove la tua ala soave freme.
L'uomo a cui la sorte benevola,concesse di essere amico di un amico, chi ha ottenuto una donna leggiadra, unisca il suo giubilo al nostro! Sì, - chi anche una sola anima possa dir sua nel mondo! Chi invece non c'è riuscito, lasci piangente e furtivo questa compagnia!
Gioia bevono tutti i viventi dai seni della natura; tutti i buoni, tutti i malvagi seguono la sua traccia di rose! Baci ci ha dato e uva , un amico, provato fino alla morte! La voluttà fu concessa al verme, e il cherubino sta davanti a Dio!
Lieti, come i suoi astri volano attraverso la volta splendida del cielo, percorrete, fratelli, la vostra strada, gioiosi, come un eroe verso la vittoria.
Abbracciatevi, moltitudini! Questo bacio (vada) al mondo intero Fratelli, sopra il cielo stellato deve abitare un padre affettuoso.
Vi inginocchiate, moltitudini? Intuisci il tuo creatore, mondo? Cercalo sopra il cielo stellato! Sopra le stelle deve abitare!
( Schiller )

( Kiss )

Salve o gioia figlia della luce
Dea dei campi, Dea dei fior.
Il tuo genio ne conduce
per sentieri di splendor.
Il tuo canto asciuga il pianto
spegne l’ira oscura il duol.
Vien, sorridi a noi d’accanto
o primogenita del sol.

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sabato, agosto 26, 2006

Amore dopo amore

Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro,
e dirà: Siedi qui. Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato
per tutta la tua vita, che hai ignorato
per un altro e che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore,
le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. E’ festa: la tua vita è in tavola.

(Derek Walcott)

Bellissima poesia letta da Fabio Volo nel film "La Febbre" di Alessandro D'Alatri .

* * *

La poesia in questione mi fu fatta conoscere da un mio amico filosofo.
Quando la lesse pensò:" Caspita, lo specchio di Euridice!".
Tempo prima gli avevo raccontato del ritrovamento delle vecchie lettere d'amore ,che risalivano al periodo più felice della mia vita, nascoste tra le decorazioni natalizie.
Ricordo che, trepidante di emozione, le presi e le accarezzai, ne aprii qualcuna e tra le righe leggevo la felicità perduta.
Il Passato tornava prepotentemente....
Fui assalita dal panico: guardavo le lettere che stringevo tra le mani e piangevo, non riuscivo proprio a fermarmi.
Singhiozzando me ne andai a letto con gli occhi gonfi di pianto, lasciando le lettere sul tavolo. Le tenni lì per giorni senza sapere che farne,mentre intanto l'albero natalizio scintillava di luci.

Era la notte di venerdì 17 dicembre del 2004 e mi svegliai di soprassalto al rumore di vetri infranti (ho subito pensato ad un ladro) ; con molta prudenza, controllai tutte le imposte della casa, ma niente, tutto era a posto.
Ad un tratto mi accorsi dell'albero natalizio a terra: le palle natalizie, a cui tenevo tanto, frantumate, schizzi di vetro anche sul tavolo...sulle lettere.
Io non sono mai stata superstiziosa, ma il mio ex sì e quell'accaduto lo presi come un segnale: raccolsi i frantumi e bruciai le lettere.
Quel gesto mi servì, anche se in maniera infantile, a cacciare via i fantasmi del Passato e ad imparare a prenderne da esso solo insegnamento per le azioni future.
Soddisfatta me ne ritornai a letto pensando al Passato come "Essenza di ciò che saremo".

* * *

Nostalgia

ricordo per gli attimi che inesorabili son fuggiti via

rimembranza delle piccole cose perse nei meandri del Passato

"l'Essenza di ciò che saremo".


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