sabato, novembre 11, 2006

Palermo
è certamente ancora una città "difficile", ma non più "irredimibile", come ebbe a scriverne Leonardo Sciascia: il cambiamento è visibile, ed ormai da diversi anni è in atto, in forme diverse, un recupero, o meglio, una ricostruzione di quell'identità storica e culturale che "l'inurbamento" e la provincializzazione degli anni Cinquanta e Sessanta, la pluridecennale gestione clientelare della cosa pubblica e le terribili violenze mafiose avevano cancellato, modernizzando senza sviluppare, trasformando senza conservare.
Scorcio Palermo Normanna
Ricostruzione antica topografia e morfologia
I palermitani si dividono in due categorie. Quelli che ricordano e quelli che dimenticano. I primi sono persone che fanno cultura, (non è necessario saper leggere per questo, basta saper cucinare bene i dolci di mandorla e marzapane), tramandano la memoria della propria storia, hanno coscienza della propria identità, della propria civiltà e del proprio compito. Sono persone costruttive.I secondi, come profetizzò Leonardo Sciascia, mettono in dubbio il futuro della memoria, del proprio destino e della propria dignità e perciò sono cattivi maestri. A loro non piace ricordare.
Necropoli Corso Calatafimi
Qanat arabi
Catacombe


Carta dal X al XV secolo






Castello di Maredolce

Palermo pietra su pietra

Palermo ha ventisette secoli di vita urbana e il suo territorio era già abitato molti millenni prima.

Un pezzo di storia ad ogni angolo. Di qua un palazzo, di là una strada, e poi un vicolo e ancora sotto: catacombe e cunicoli della Palermo sotterranea. Sono pietre che raccontano dominazioni, una sovrapposizione di civiltà, un racconto corale: dai Fenici ai Romani e poi Arabi, normanni, aragonesi, spagnoli, francesi….

Grotta Impisu-Sferracavallo

Mosaici della Cappella Palatina

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