Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro,
e dirà: Siedi qui. Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato
per tutta la tua vita, che hai ignorato
per un altro e che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore,
le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. E’ festa: la tua vita è in tavola.
(Derek Walcott)
Bellissima poesia letta da Fabio Volo nel film "La Febbre" di Alessandro D'Alatri .
* * *
La poesia in questione mi fu fatta conoscere da un mio amico filosofo.
Quando la lesse pensò:" Caspita, lo specchio di Euridice!".
Tempo prima gli avevo raccontato del ritrovamento delle vecchie lettere d'amore ,che risalivano al periodo più felice della mia vita, nascoste tra le decorazioni natalizie.
Ricordo che, trepidante di emozione, le presi e le accarezzai, ne aprii qualcuna e tra le righe leggevo la felicità perduta.
Il Passato tornava prepotentemente....
Fui assalita dal panico: guardavo le lettere che stringevo tra le mani e piangevo, non riuscivo proprio a fermarmi.
Singhiozzando me ne andai a letto con gli occhi gonfi di pianto, lasciando le lettere sul tavolo. Le tenni lì per giorni senza sapere che farne,mentre intanto l'albero natalizio scintillava di luci.
Era la notte di venerdì 17 dicembre del 2004 e mi svegliai di soprassalto al rumore di vetri infranti (ho subito pensato ad un ladro) ; con molta prudenza, controllai tutte le imposte della casa, ma niente, tutto era a posto.
Ad un tratto mi accorsi dell'albero natalizio a terra: le palle natalizie, a cui tenevo tanto, frantumate, schizzi di vetro anche sul tavolo...sulle lettere.
Io non sono mai stata superstiziosa, ma il mio ex sì e quell'accaduto lo presi come un segnale: raccolsi i frantumi e bruciai le lettere.
Quel gesto mi servì, anche se in maniera infantile, a cacciare via i fantasmi del Passato e ad imparare a prenderne da esso solo insegnamento per le azioni future.
Soddisfatta me ne ritornai a letto pensando al Passato come "Essenza di ciò che saremo".
* * *
Nostalgia
ricordo per gli attimi che inesorabili son fuggiti via
rimembranza delle piccole cose perse nei meandri del Passato
"l'Essenza di ciò che saremo".
Etichette: Pensieri in libertà, poesia, sefi
6 Comments:
Che bella pagina...non è facile condividere così le proprie emozioni. Grazie Euridice
Condivido quanto scritto nel primo commento dall'anonimo lettore. Leggendo riuscivo a vedere le lettere e le tue lacrime mi sfioravano.
Non credo a chi dimentica il passato; credo solo a chi lo supera.
Derek Walcott e' un famoso poeta'dei West Indies. Parla qui di un confronto fra quella persona che non incontriamo mai..il nostro altro stesso..e quel Io di ogni giorno. Forse quando osserviamo questa persona sembra schiocco, strano, difficile--ha tutti le nostre debolezze che noi non capivamo prima... Alla fine lo straniero e' dentro di noi!
Rievocare frammenti personali, non fa che riproporre i problemi di sempre. Non serve a niente ricercare un'evasione nel passato o soluzioni nel futuro: prima o poi è necessario fare i conti con se stessi e non è detto che se ne debba uscire per forza sconfitti.
Tu ci sei riuscita alla grande, amica mia.
Da quando ho imparato a dire tutto quello che penso, e non mi tengo più le parole dentro, ho imparato a vivere meglio; penso che se non parlo perdo la mia dignità!
Ma a volte è dura, molto dura. Mi sono ritrovata in questa pagina;
è come se la avessi scritto io.
...cara euri... sono rimasto colpito dal tuo racconto personale. Hai avuto un gran coraggio a bruciarle, io non ce l'avrei fatta, le avrei serbate gelosamente per tirarle fuori ogni tanto e continuare a piangerci sopra. Forse perchè ho bisogno, di tanto in tanto, di essere intriso dalla malinconia e di girarmi indietro per rendermi conto di tutti i miei errori...
Ti auguro un mondo di felicità, dolce euri. Te la meriti.
Ciccio
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