La filosofia nella pittura

Il filosofo di Max Klinger (1898)
Nel quadro di Klinger è centrale il nesso tra riflessione e realtà e il reciproco rinvio tra riflessione e realtà.
Si vede un ragazzo che dorme e un paesaggio fluviale. Paesaggio che sul lato destro si innalza verso la montagna mentre su quello sinistro sembra formarsi una cascata. E accanto alla testa del dormiente si innalza la figura del ragazzo stesso. Allunga la mano quasi come Adamo nel dipinto michelangiolesco. Si avvicina un'altra mano, ma non è più Dio che qui incontra il ragazzo che riflette, ma è la sua stessa immagine riflessa. Si riflette la riflessione che si imbatte negli uomini stessi e credo che secondo Klinger la raffigurazione del filosofo voglia dire proprio questo e cioè l'incontro con se stesso, dell'uomo che riflette. È complesso, Klinger aveva letto attentamente Schopenhauer e sicuramente si interessava a Nietzsche. È difficile qui allacciarsi ai concreti pensieri schopenhaueriani. Anche se è molto allettante parlare del 'mondo come rappresentazione', al tempo stesso è molto difficile rendere produttivo questo ricorso alla filosofia schopenhaueriana o a determinati elementi dell'opera nietzschiana. Penso che si debba continuare col dire che la riflessione dell'uomo che filosofeggia si raffigura nel paesaggio onirico, nel paesaggio fluviale onirico e nell'incontro con se stesso e che qui la filosofia è ancora un'azione riflessa nella propria coscienza con la scoperta dei contenuti riflessivi non più tematizzati da Klinger.
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