LA PRIMULA
La Primavera bussa già alle porte:
prati spogli si destano lentamente, qualche filo d’erba fa breccia nel terreno e fanno capolino le corolle solitarie dal color del sole: sono le Primule. S’inchinano alla primavera, si porgono al mondo, donando il loro umile fiore e offrendo le proprie virtù salutari.


Nella tradizione popolare la Primula ha eccellenti qualità terapeutiche; un articolo, scritto nel lontano 1768 a Livorno, racconta delle sue virtù: “A restringere le lacrime, a pisciare la pietra che fosse nella vescica per orinare, a occhi rossi, a duolo d’orecchie, a duolo di stomaco, a febbre calda, a far aumiliare il corpo e levar la tossa a chi avesse ambascia, a ferite recenti e fresche curare, a rotture di capo, a vizio d’occhi”.Come abbiamo visto, quest’umile fiorellino è un ottimo diuretico ed anche un buon sedativo. Ildegarda di Bingen, la badessa benedettina del XII secolo, lo consigliava come rimedio contro la malinconia e l’insonnia. I fiori essiccati, oltre a fornire un the aromatico, servono a profumare la birra ed a migliorare il bouquet dei vini; i petali dei fiori, freschissimi, possono arricchire le insalate; canditi, sono dei dolci deliziosi. Una vecchia leggenda popolare racconta che dal Paradiso San Pietro gettò le sue chiavi, perché il Signore ne aveva voluto un altro paio; nel punto in cui esse caddero spuntò la Primula, e secondo la tradizione questo fiorellino assomiglierebbe a quel mazzo di chiavi.Si narra anche che questo fiore celi un gran segreto, che tuttora incuriosisce i romantici: chi riesce a toccare la roccia delle fate con un mazzetto di Primule, vedrà aprirsi la strada che lo condurrà al loro regno. Però questo rito magico deve esser fatto con un numero ben preciso di Primule: chi sbagliasse, avrebbe un destino infausto. Ma quante devono essere le Primule del mazzetto? Nessuno lo sa!


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