martedì, gennaio 05, 2010



Le poesie delle donne (Dacia Maraini n. Fiesole 13/11/1936)

Le poesie delle donne sono spesso piatte, ingenue, realistiche e ossessive”, mi dice un critico gentile dagli occhi a palla. “ Mancano di leggerezza, di fumo, di vanità, sono tutte d’un pezzo come dei tubi, non c’è garbo, scioltezza, estro; sono prive dell’intelligenza maliziosa dell’artificio, insomma non raggiungono quell’aria da pomeriggio limpido dopo la pioggia.” Forse è vero, gli dico. Ma tu non sai cosa vuol dire essere donna. Dovresti provare una volta per piacere anche se è proibito dal tuo sesso di pane e ferro. Ride, strabuzza gli occhi. “A me non importa se sia donna o meno. Voglio vedere i risultati poetici. C’è chi riesce a fare la ciambella con il buco. Se è donna o uomo cosa cambia?” Cambia, amico dagli occhi verdi, cambia; perché una donna non può fare finta di non essere donna. Ed essere donna significa conoscere la propria soggezione, significa vivere e respirare la degradazione e il disprezzo di sé che si può superare solo con fatiche dolorose e lagrime nere. E’ per questo che tante si rifugiano nella passività, nell’ordine costituito, perché hanno paura di quella fatica e di quelle lagrime che sono necessarie per riscattare la propria umanità perduta come un dente di latte, chissà quando, nel processo sibillino della crescita sociale. Una mattina un padre generoso ha legato il tuo dente al pomello della porta che poi ha spalancato con un calcio e addio dente di miele che ti faceva bambina e ancora inconsapevole del ruolo pacato e gelido che ti aspetta ora come un cappotto fiorato appeso nell’ingresso e se vai fuori devi indossarlo se no rischi di morire assiderata e pesta. Una donna che scrive poesie e sa di essere donna, non può che tenersi attaccata stretta ai contenuti perché la sofisticazione delle forme è una cosa che riguarda il potere e il potere che ha la donna è sempre un non-potere, una eredità scottante e mai del tutto sua. La sua voce sarà forse dura e terragna ma è la voce di una leonessa che è stata tenuta pecora per troppo tempo assennato. E’ una voce fiacca, grezza e mutilata che viene da lontano, da fuori della storia, dall’inferno degli sfruttati. Un inferno che non migliora la gente come si crede, ma la rende pigra, malata e nemica di se stessa."


Margherita Yourcenar




Donne che hanno dedicato la vita alla poesia.


Nel ‘500 abbiamo Gaspara Stampa, Veronica Gambara, Vittoria Colonna, per citarne alcune


Con il trascorrere del tempo si attenua la diffidenza verso le donne, consegnando alla storia nomi del calibro di Sibilla Aleramo, Anna Barkova, Elisabeth Bishop, Nadia Campana, Cristina Campo, Marina Cvetaeva, Antonia Pozzi, Sylvia Plath, Amelia Rosselli, Hilda DoolittleAngela, Figuera Aymerich, Leah Goldberg, Margherita Guidacci, Amy Lowell, Edna Millay e Marianna Moore, Catherine Mansfield,Cecilia Meireles, Elsa Morante, Anne Sexton, Edith Sitwell, Edith Södergran, Astrid Tol, Renée Vivien e Marguerite Yourcenar.