mercoledì, novembre 25, 2009



SAVIANO E LA COSTITUZIONE

Pagine belle e amare su Repubblica del 23 novembre. L’intervista del Presidente Ciampi, innanzitutto, da cui traspare l’ardore per la difesa della Costituzione trattata a livello di regolamento di condominio. Nella maggioranza di Governo viene a mancare quello spirito democratico che ha infiammato i nostri Padri Costituenti e ha indicato a noi cittadini la strada maestra del vivere sociale e civile. I nostri diritti e i nostri doveri sono scritti nella Costituzione con un lessico semplice, essenziale, comprensibile a chiunque. Essa doveva essere compresa dalla maggior parte degli italiani, in un Paese in cui il tasso di analfabetismo era al 60%. Dunque è facile leggerla e coinvolge le nostre menti e il nostro cuore.
La stessa passione verso principi fondamentali della Carta si ritrova nella risposta che Roberto Saviano dà al Ministro Bondi. Non c’è appartanenza politica nelle sue parole; c’è la libertà e l’uguaglianza che viene messa in pericolo da chi vuole banalizzare e modificare la Costituzione con legge ordinaria a proprio piacimento facendo passare questo aberrante messaggio.Il Ministro Bondi sente la grandezza della nostra “Bibbia Civile”? Sente il richiamo del Presidente Napolitano che invita a rileggere la Costituzione? Dalla lettera che invia a Saviano sembra di no. Fa, dei Dettami Fondamentali, una questione di appartanenza politica. Questa è l’amarezza di tante persone (anche di coloro che non fanno parte dell’”opposizione”) verso una classe politica che tratta una buona parte degli italiani da ignoranti.